Non è facile trovare una connotazione unitaria per descrivere la Bressanone degli anni Ottanta e Novanta. Si può dare però per certo che nel corso di questi vent’anni la città assunse il volto che ancor oggi la contraddistingue. A mo’ di esempio potremmo citare alcuni di questi tratti distintivi: la risistemazione di piazza Duomo e la riqualificazione del centro storico (a cui fece da pendant a Millan, la costruzione della chiesa parrocchiale consacrata nel 1985 e dedicata all’allora beato, ora santo Josef Freinademetz e la realizzazione della piazzetta rionale), lo sviluppo – a nord del centro storico – della zona Zinggen-Rosslauf che in poco tempo è divenuto uno dei quartieri più popolosi della città, l’ampliamento e la riqualificazione sia a sud che a nord dei centri sportivi e dei poli scolastici e la modernizzazione delle frazioni, sempre più tenute in considerazione dalla giunta comunale.
Gli esordi non furono semplici. Come annota lo storico brissinese Hans Heiss il periodo 1980-1986 fu contrassegnato da preoccupanti fenomeni recessivi: “il 1980 segnò una svolta, non soltanto per Bressanone: un’ondata recessiva travolse l’economia mondiale cancellando la congiuntura favorevole degli anni ’70. (…) Tra il 1981 ed il 1985 la zona produttiva visse una fase di crisi (…) con massicci licenziamenti. (…) Si verificò inoltre, ancor più dal 1987, un ristagno dei pernottamenti in città che colpì anche esercizi di fama consolidata come l’Hotel Elephant, lo stabilimento idroterapico Guggenberg ed il vicino Hotel Dominik, inaugurato appena nel 1976. (…) La stessa funivia della Plose, nel 1964 ancora una novità assoluta nel panorama turistico invernale, risultava ormai obsoleta e di portata insufficiente. Tuttavia la scarsa propensione al rischio degli investitori locali ne ritardò l’ammodernamento.”
Anche sul piano politico-sociale non mancarono i problemi. L’attuazione del Secondo Statuto di Autonomia, che pur rappresentava una pietra miliare nel cammino verso una pacifica convivenza, alimentò in una prima fase le tensioni tra i gruppi linguistici. Giocarono un ruolo -in questo senso – sia l’introduzione del bilinguismo e della proporzionale negli uffici pubblici (ma anche nell’assegnazione delle case popolari) sia gli esiti dei censimenti (1981 e 1991) che per la prima volta andarono a quantificare – con apposite dichiarazioni di appartenenza ai gruppi linguistici – la consistenza di tali gruppi (il calo del gruppo italiano a Bressanone, che si assestò sul 27,38%, fu molto sensibile). Fenomeni che destarono preoccupazione soprattutto nella popolazione di lingua italiana, che temeva una crescente marginalizzazione, ma che non mancarono di suscitare perplessità anche in quella parte della popolazione che si stava aprendo ad istanze interetniche (si pensi al j’accuse contro le “gabbie etniche” di Alexander Langer) o che all’opposto riteneva le misure insufficienti a ‘compensare’ i danni subiti dai sudtirolesi con l’annessione della nostra provincia allo stato italiano.
L’amministrazione comunale, ancorché priva forse di un piano strategico condiviso e lungimirante, si caratterizzò negli anni Ottanta per una lunga serie di interventi di miglioria della vita cittadina. La giunta presieduta prima da Zeno Giacomuzzi e poi, dalla fine del 1988, da Klaus Seebacher (con il costante e fattivo supporto del vicesindaco ed assessore DC, Dario Stablum) fu artefice tra le altre cose del Museo Diocesano (1980) e della Galleria civica (1981), realizzò la ristrutturazione del complesso dell’antico ospedale di Santo Spirito (1983-1985), completò la realizzazione del collettore principale e dell’impianto di depurazione (nel 1985 uno dei primi in provincia) e diede definitiva sistemazione alla zona sportiva sud (dotata alla fine degli anni ’80 di due palestre, di un campo da calcio e di atletica e di uno stadio del ghiaccio). E proprio nella nuova palestra di via Laghetto si disputarono nel 1987 i campionati mondiali di pallamano, gestiti in duplex con la città di Bolzano.
Nei primi anni Ottanta venne inaugurato in via Prà delle suore il nuovo complesso scolastico, in cui trovarono sede il liceo classico-scientifico “Alighieri” (che si arricchì a partire dal 1986/87 anche dell’indirizzo linguistico), l’Istituto professionale per i servizi commerciali (successivamente intitolato ai magistrati Falcone e Borsellino) ed il Centro di formazione professionale “Enrico Mattei”, finalmente dotato di attrezzature e laboratori al passo con i tempi. Sempre nel nuovo polo scolastico sud (in cui si andarono ampliando una scuola primaria ed una scuola media in lingua tedesca e l’Istituto per i servizi commerciali sempre in lingua tedesca) vide la luce nel 1983 il moderno centro professionale alberghiero intitolato a Emma Hellensteiner, pioniera del turismo in Alto Adige.
Nel 1986, nell’appena rinnovato Duomo di Bressanone, venne consacrato vescovo il padre cappuccino Wilhelm Egger, biblista di rinomata fama, che subentrava a Josef Gargitter dimessosi per motivi di salute. Il giovane prelato (allora 46enne) continuò nei decenni successivi (morirà prematuramente nell’agosto del 2008) l’opera pacificatrice del suo predecessore, conducendo con saggezza la sua vasta diocesi trilingue. Ospitò inoltre più volte presso il Seminario maggiore il card. Ratzinger, futuro papa Benedetto XVI, che accompagnava nelle sue uscite pubbliche in città (l’ultima delle quali da pontefice nel 2008). Per quanto riguarda invece la comunità parrocchiale brissinese nel 1989 Leo Munter successe quale decano a Eduard Habicher. Le attività presso l’Oratorio Don Bosco trovarono nuovo slancio – su iniziativa di don Hugo Senoner – con la costituzione nel 1981 del Circolo culturale e ricreativo omonimo, capace di migliorare l’utilizzo delle sale e di dare continuità nel tempo alle iniziative.
Sul fronte culturale gli anni Ottanta videro svilupparsi le iniziative di diversi gruppi. Il circolo culturale S. Erardo ed il Centro Turistico Giovanile approfittarono della realizzazione della Galleria civica per mostre artistiche e fotografiche. Il Circolo ACLI, guidato dai fratelli Paolo e Francesco Bertoldi, continuò ad offrire un ricco carnet di conferenze su temi sociali e politici. Nacquero in ambito italofono due compagnie teatrali, la Filodrammatica don Bosco nel 1980 (a lungo guidata dai coniugi Faccioli) ed il gruppo “La Forca” nel 1988. L’attività della Pro Cultura, dopo una stagione più defilata, riprese slancio sotto la regia di Mario Castiglioni. Nel 1989 presero il via le lezioni della cosiddetta Università della terza età, coordinate dalla sezione locale dell’UPAD e fortemente volute da Ada Scaggiante, che in quegli anni guidava anche il neo nato Club degli Anziani, un ente a forte caratterizzazione culturale oltre che ricreativa.
In ambito associazionistico negli anni Ottanta videro tra gli altri la luce il gruppo cittadino dell’AIDO, l’Associazione Amici del Burkina Faso guidata da Lia Cervato e l’AVULSS, l’Associazione Volontari Unità locali socio-sanitarie. A Bressanone venne aperta inoltre nel 1983 la prima Bottega del Terzo Mondo: la struttura, allora situata in via Bruno, era la prima del genere in Italia e inaugurava – simbolicamente – una stagione di solidarietà concreta da parte dei brissinesi verso le emergenze sociali del pianeta.