Nell’autunno del 2021 a Bressanone sono state ufficialmente inaugurate due importanti strutture: in piazza Duomo la nuova biblioteca civica intitolata alla ex-assessora alla cultura Kathi Trojer e in via Brennero (zona Priel) la nuova scuola di musica (con annessi locali prove della banda cittadina e sede dell’”Alpenverein”). Citiamo ciò – in apertura di questa scheda – non solo perché si tratta di due opere attese da anni (e per lungo tempo al centro di controversie e dibattiti politici di non poco conto), ma anche perché sono esemplificative delle innumerevoli opere pubbliche che hanno visto la luce in città nel primo ventennio del secolo, sempre – non dimentichiamolo- con un cospicuo sostegno finanziario di mamma Provincia. Esse rappresentano inoltre in maniera fattuale, e non solamente immaginifica, una delle possibili “anime” della Bressanone del futuro: quella della «città della cultura», già vagheggiata negli anni 70 ed ora molto più vicina alla sua concretizzazione.
All’inizio di secolo era stata la giunta comunale, presieduta dal sindaco Klaus Seebacher (scomparso prematuramente nel settembre del 2005) e dal vicesindaco Dario Stablum, a realizzare importanti passi in questa direzione. Si pensi che tra il 2001 e il 2004 videro la luce prima il centro culturale e congressuale del “Forum” (inaugurato il 13 settembre 2001 in concomitanza con i festeggiamenti per i 1100 anni della città), poi nel marzo del 2004 la nuova sede della Libera Università di Bolzano, realizzata sull’ex-parcheggio di via Dante messo a disposizione dal Comune: quattro piani di vetrate a specchio in interessante contrasto con le linee architettoniche del centro. La rinnovata vocazione universitaria brissinese ha stimolato anche l’intervento dei privati (pur sempre sostenuti dalla mano pubblica): l’associazione Kolping, ad esempio, ha realizzato (a partire dal 2006) in via Fallmerayer ed in via Laghetto due strutture di accoglienza per “fuori sede”. Progressi anche nel campo dell’edilizia scolastica: nel 2002 gli studenti e le studentesse del centro di formazione professionale in lingua tedesca “Christian Josef Tschuggmall” misero piede nella nuova struttura di via Laghetto, un edificio moderno e dotato di laboratori d’avanguardia, visitato nel settembre del 2006 anche dall’allora ministro per l’Istruzione Giuseppe Fioroni.
Tra il 2005 e il 2015 nel decennio di governo a guida Pürgstaller (il sindaco Albert era affiancato dal vicesindaco Gianlorenzo Pedron) furono completate altre importanti opere in ambito scolastico: nel cuore del nuovo quartiere Rosslauf vide la luce una scuola per l’infanzia con sezioni in lingua tedesca ed in lingua italiana (terminata nel 2007); nel 2008 venne inaugurata invece la nuova e spaziosa sede del liceo per le scienze sociali (allora liceo pedagogico) in lingua tedesca intitolato al musicista Josef Gasser. La nuova sede della scuola media “Alessandro Manzoni”, in via Dante, subì inoltre un radicale intervento di risanamento, perfezionato in tempi record per ridurre al minimo il disagio degli alunni costretti per un po’ a far lezione in dei container.
All’interno di questa sezione dedicata alla città della cultura non può mancare un riferimento alla costruzione del nuovo Oratorio “Don Bosco”, terminato nel 2012 ed ufficialmente inaugurato ad inizio 2013. La nuova sala teatro (gestita in collaborazione con il Forum) è da allora punto di riferimento indiscusso per le associazioni sia di lingua italiana che tedesca. Nel rinnovato Oratorio ha trovato spazio anche l’Istituto musicale “Antonio Vivaldi”, a cui la nuova location ha permesso un rilancio delle attività nella nostra città. L’ala sud invece – con al centro la piccola cappella decorata dall’artista gardenese Wilfried Senoner (con un affresco di 70mq dal titolo “Apocalisse”) – ospita da allora le attività più squisitamente parrocchiali. Nell’autunno del 2021 infine è stato realizzato, sulle pareti esterne dell’Oratorio, un accattivante e coloratissimo murales, opera dell’artista marchigiano Giulio Vesprini.
Una seconda linea di sviluppo che attraversa questo ventennio è quella della Bressanone «città a vocazione turistica». Oltre al rafforzamento della ricettività alberghiera ed al lancio di innumerevoli iniziative di richiamo (all’ormai tradizionale Altstadtfest ed al Mercatino di Natale si sono affiancate varie sagre a tema e si è avviato il rilancio estivo della montagna di casa, la Plose) va in questa direzione anche l’attività di riqualificazione e di ammodernamento del centro, che, avviatasi simbolicamente con il ridisegno di piazza Duomo (1996-1998) – con a sud la monumentale “fontana della vita” opera del rinomato artista sudtirolese (e brissinese d’adozione) Martin Rainer – e proseguita con il risanamento di via Sant’Alboino nel 2000 e con la sistemazione dell’illuminazione pubblica, si è andata completando proprio in quest’ultimi anni. Nel 2019 (ormai nell’era Peter Brunner – Claudio Del Piero, ma con un lungo periodo gestatorio) ha visto la luce la nuova via Bastioni minori, realizzata in base al concetto di “spazio condiviso” con pedoni e ciclisti a farla da padroni ma senza una totale chiusura al traffico veicolare. A partire dall’autunno del 2019, in concomitanza con i lavori della rete di teleriscaldamento nel cuore della nostra città, si è provveduto inoltre a posare la rete in fibra ottica nonché a sostituire le condotte di acqua potabile, reflue ed elettriche (lavori rallentati dall’emergenza Covid-19, ma positivamente conclusisi nel 2020). Con il placet della ripartizione Beni Culturali della provincia hanno poi preso il via e si sono conclusi i lavori per la nuova pavimentazione del centro, con l’abbattimento di barriere architettoniche nella zona pedonale ed in particolare sotto i Portici Maggiori, un obiettivo rilevante nell’ottica di una “Bressanone inclusiva”.
Un tratto della Bressanone “turistica” è infine costituito dall’offerta ricreativo-sportiva. Nel novembre del 2002 (un ‘triplete’ di assoluto rilievo con Forum ed Università per l’amministrazione di allora) ha aperto i battenti l’Acquarena (realizzata tramite l’azienda Servizi Municipalizzati) che da semplice piscina coperta (come nelle intenzioni originarie) si è trasformata in un centro sportivo e benessere (sauna, centro fitness, centro fisioterapico) di richiamo regionale. A ridosso dell’Acquarena è poi sorta nel 2012 la palestra di roccia “Vertikale”, una struttura da tempo attesa e che non ha mancato di riscuotere ampio consenso. Il centro di arrampicata nel 2019 è stato ampliato con la realizzazione, a est, della palestra dedicata al boulder: una struttura – a detta degli esperti – degna delle migliori competizioni internazionali.
Un terzo ‘filone’ di sviluppo – ancorché meno appariscente – della Bressanone recente è quello produttivo. Accantonati già ai tempi dell’affaire Continental i progetti di insediamento della grande industria, l’attività produttiva brissinese ha assunto carattere prevalentemente artigianale (piccole e medie imprese). Non mancano però in questo contesto centri d’eccellenza e di notorietà internazionale che sono venuti crescendo negli ultimi lustri: si pensi ad esempio, accanto alla già titolata Durst ed alla sua ‘costola’ Alupress, alla Microtec (sistemi elettronici di scansione e ottimizzazione per l’industria del legno), alla Frener&Reifer (costruzioni in metallo, facciate complesse) ed alla Duka (cabine-doccia).
La città nel primo ventennio del secolo ha vissuto una crescita demografica lenta ma costante, passando dai 18.363 residenti di fine 2001 agli oltre 22.500 dell’ultima rilevazione. La crescita urbanistica è andata di pari passo: si possono segnalare tra gli altri il completamento della zona di espansione Rosslauf, la nascita di un nuovo quartiere sui prati dei padri Comboniani e la crescita della zona produttiva a Millan, lo sviluppo della zona Landwirt a nord-est. Oltre al dato quantitativo della popolazione deve necessariamente essere valutato anche quello qualitativo. Permane un buon equilibrio generazionale (il 33% circa dei residenti ha meno di trent’anni), ma il dato distintivo è fornito dalla presenza di “nuovi cittadini”: gli stranieri residenti a Bressanone al 1° gennaio 2021 sono oltre 2.600 e rappresentano l’11,6% della popolazione. La presenza multietnica e plurilingue in città costituisce di certo una delle sfide più delicate del prossimo futuro.
La crescita della città nel periodo 2000-2020 ha costretto le varie amministrazioni comunali (2000-2005 SVP-DC; 2005-2010 SVP-Margherita-Insieme per Bressanone; 2010-2015 SVP-PD-Alternativa eco-sociale; 2015-2020 SVP-PD) a cercare soluzioni (possibilmente) lungimiranti per quanto riguarda traffico ed approvvigionamento energetico. Sul primo punto possiamo citare due elementi di interesse: intorno al 2005 per tentare di ridurre il traffico cittadino sono state progettate le 4 linee del Citybus (in condominio con Varna) ed acquistati gli ormai noti minibus gialli; inoltre nell’aprile del 2011 è stata ufficialmente aperta la tanto attesa circonvallazione ovest (a tagliare il nastro tra gli altri il sindaco Pürgstaller ed il vice Pedron). Il traffico di transito sull’asse nord-sud fu così in parte eliminato dalle vie cittadine. L’opera è stata poi completata il 19 giugno 2020 con la realizzazione dello svincolo centrale all’altezza dell’autosilo (in questo caso al taglio del nastro furono presenti il sindaco Peter Brunner ed il vice Claudio Del Piero).
Sul secondo punto l’opera da segnalare è senza dubbio la realizzazione del teleriscaldamento. In città sono attualmente in funzione tre centrali di teleriscaldamento (viale Mozart, parcheggio via Dante e Acquarena): si tratta di impianti di cogenerazione che producono calore ed elettricità, in grado di ridurre nel complesso le emissioni nocive. La rete conta complessivamente oltre 200 km di condutture e collega la maggior parte delle utenze private cittadine. Nel 2008, in collaborazione con il Comune di Varna, è stata inoltre costruita – a nord dell’ospedale cittadino – una centrale di teleriscaldamento a biomassa, gestita dalla società consorziale “Teleriscaldamento Varna-Bressanone”, di proprietà al 49% dell’Azienda Servizi Municipalizzati di Bressanone.
Una popolazione abbastanza giovane e la aumentata richiesta di attività sportiva anche da parte degli over 60 (nonché qualche coda delle questioni etniche) ha fatto sì che negli ultimi due decenni si prestasse attenzione anche all’ammodernamento degli impianti sportivi esistenti ed alla creazione di nuove strutture. È del 2000 la costruzione della nuova palestra tripla a Rosslauf, sul cui fianco settentrionale è poi sorto, nell’anno seguente, il campo da calcio in erba sintetica (utilizzato soprattutto dalle formazioni giovanili); sempre nell’anno 2000 si è cominciato a tirare al pallone sul nuovo campo da calcio – in erba naturale – di Millan (affidato all’ASV Milland), mentre nel 2003 ha aperto i battenti il campo da calcio in sintetico in zona Jugendhort, poi intitolato a Klaus Seebacher (affidato all’SSV Brixen). Nel 2010 è stata inaugurata la rinnovata palestra CONI presso il polo scolastico di via Dante; nel 2017 infine è stato inaugurato il secondo campo da calcio del rione di Millan, questa volta con fondo sintetico (affidato all’USD Bressanone). Un cenno finale alla pista da skate: inizialmente creato sul tetto della centralina di teleriscaldamento di viale Mozart nel 2008 e poi rinnovato e ristrutturato nel 2012, lo skatepark è stato chiuso qualche anno fa per permettere l’ampliamento della centralina. Si attendono nuovi spazi per un rilancio dell’iniziativa e le ipotesi attualmente circolanti parlano di un nuovo grande polo sportivo a Millan, che porterebbe alla soluzione di molti dei problemi aperti.
Da qualche anno è anche caduto il muro che divideva i due circoli tennis di Bressanone: un buon segnale di cooperazione, foriero di nuovi sviluppi quando verrà identificata l’area per la realizzazione dei nuovi impianti dedicati allo sport di Federer, Djokovic e Nadal.
Nel 2009, nel bicentenario dell’insurrezione popolare del 1809, il Comune di Bressanone tentò di sottrarre la ricorrenza al mero afflato patriottico ed indisse un concorso per gli studenti superiori, di lingua italiana e tedesca, dedicato al ricordo degli incendi provocati in città il 6 dicembre 1809 dalle truppe francesi. Gli studenti, con fantasia e creatività, fecero memoria di quei fatti contestualizzando con grande maestria e con gli strumenti a loro più consoni l’importante ricorrenza storica. Un tentativo riuscito (aderirono quasi tutti gli istituti) di creare tra i giovani una memoria condivisa ed una consapevolezza storica lontana da semplificazioni e da pruriti ideologici.
Sempre in riferimento al mondo giovanile e sempre in ambito culturale (ma anche ricreativo e creativo) vale la pena ricordare la ristrutturazione dell’ex cinema Astra (conclusasi nel 2019), che è stato trasformato in centro per la cultura giovanile e vuole diventare – oltre a centro di aggregazione – anche un laboratorio di esperienze teatrali, musicali, coreutiche ed espressive di alto livello.
Due cenni di cronaca prima di chiudere con una panoramica sull’associazionismo. Bressanone ospita ogni anno personalità di rilievo. Dobbiamo citare però due visite d’eccezione: nel luglio del 2001 la città è stata visitata dall’allora presidente della repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi, che ne ha magnificato la bellezza e la capacità di accoglienza. È dell’agosto del 2008 invece la visita ad limina di Benedetto XVI, papa Ratzinger, che – abbandonato castel Gandolfo – ha passato sulle rive dell’Isarco le (blindate) vacanze estive.
Bressanone conta attualmente 221 associazioni, le cui attività spaziano dal tempo libero alla protezione civile, dalla cultura all’integrazione, dall’assistenza al turismo, dalla salute all’assistenza alla gioventù. Il numero dei sodalizi cittadini si è andato ampliando in questi ultimi quattro lustri, dimostrando vivacità e capacità di iniziativa. Senza la presenza preziosa di un alto numero di volontari, la vita culturale e ricreativa cittadina sarebbe poca cosa. Quali sono però le caratteristiche dell’associazionismo di matrice italiana? A questa domanda ha risposto nel 2019 Luigi Scaggiante, presidente del Comitato di educazione permanente “Evviva Bressanone”, intervistato dal giornale Alto Adige (il 13 gennaio): “ci sono tante associazioni, ma i soci sono sempre quelli, ruotano da un gruppo all’altro. Sarebbe forse il caso di concentrare un po’ le forze, per razionalizzare il lavoro, per ottimizzare la gestione delle risorse. Ma non è facile, perché non si possono mortificare o tagliare a caso iniziative e sigle e del resto la voglia di fare, di impegnarsi è un segnale positivo…” Ed a proposito del mancato ricambio generazionale: “È vero che è alta l’età media dei soci in molti sodalizi. Significa che in tanti hanno del tempo e dell’esperienza da mettere a disposizione, ma è anche un limite: scarseggiano energie, novità che vengono dai giovani”.
Il tema del ricambio generazionale a Bressanone è sentito in diversi ambiti, non solo culturali e ricreativi. In ambito politico sono scesi in campo alcuni giovani: speriamo che sappiano interpretare al meglio le sfide del domani e coinvolgere i propri coetanei in un processo virtuoso di impegno sociale.